Essendo stati confiscati i beni a Paolo Emilio De Monte per omicidio comesso in persona di Girolamo Nicoletti e fra gli altri ritrovandosi il
molino di San Valentino detto
il molino della Botte, nel quale esso vi ha cinque delle dodici portioni e venendo astretti a ricomprarseli Berardino e Giovan Crisostomo di Carlo carcerati, se lo ricomprano per prezzo di (omissis)
125; se ne tratta di nuovo a carta
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