carta 287 recto
a.1557
c.287 r pag. 566

Castelli

Ponte

Molini
Acque

Roccani

Acque

Acque
Molini
Lavatoro

Lingua volgare

pretendeva di rifare il a dispetto nostro e perciò fu fatto il procuratore in Roma.
Si tratta rimetter l'acqua per le mole di ser Mariano Cittadini e de casa Camporeale. 26
Pietro di Federico de Rocca supplica per una certa data imposta nella Rocca di San Zenone. 28
Don Cherudino Riccardi, Galieno Mazzancolli e Sinibaldo Spada, santesi di San Nicolò fra le porte, vendono un orto appresso detta chiesa alla comunità per far fortificatione. 32
Quietanza di certo molino comprato da noi per il letto della forma per il molino delli Papignesi. 34
Galieno Mazzancolli, Sisto suo figlio e suoi figli fanno pace con ser Leandro Pangratii e figli, principalmente per le ferite date da Rutilio , suo figlio, ad Ottavio , figlio di detto Sisto. 34
Si dà licenza di poter condurre l'acqua alli padroni delli molini alla porta di San Giovanni, con che a San Cleto facciano un lavatoro lungo per comodo etc. e che debbano voltar la forma dove ci parerà e non facci danno alle muraglie. 37
Alcuni usurpatori de siti spettanti al Comune si rimettono in mano de deputati etc. 40 etc. in specie alli Sabioni.
Finisce il dì 14 Novembre 1557.
Si legge di mano del medesimo cancelliere: "Ne mireris sapientissimus lector si quamplura in hoc libro scripta materna lingua reperies, quoniam visu et ordine prudentium banderariorum id feci et scripsi.1
1.Nel testo letteralmente: "Sapientissime lector, ne mireris si quamplura in hoc libro scripta materna lingua reperies, quoniam iussu et ordine prudentium banderariorum id feci etc." Tale nota è in realtà reperibile immediatamente sotto l'incipit del volume del notaio Antonius Angelilli de Fulgineo.