carta 295 verso
a.1563
c.295 v pag. 583

Maleficii

Ponte e Forma

Refirma del governatore podestà

Priori

Giocosi

Bartoli

Molini

Inspice lector

Che si accomodi la stanza dietro la cancelleria del governatore.
Che si onori l'illustrissima signora marchesa di Massa . 174
Fu scritto al cardinal legato, al signor Conte De Ranieri e messer Fabio Chiarante per rihavere in tutto o in parte li proventi de maleficii ma, trovandosi difficultà, si scriva a nostro signore una lettera di buona forma con allegarvi le cause etc.
Si concede a Persio Galeani di far un ponte sopra la forma di Ser Simone in Rosaro. 175
Dominus Nicolaus Sabolinus De Colle gubernator refirmatus. 179
Priores pro mensibus Novembris et Decembris extracti die 20 Ottobris una cum deputatis ad faciendum postas in consiliis et cum superstitibus nundinarum: 182
Laudo dato col conseglio di , sopra le differenze di e nel loro baratto della
mola e valghiera in Galleto.
189
Finisce il giorno 23 Novembre a carte 191. In principio del libro vi è la tavola et in fine alcune esibite et in specie il dì ultimo Aprile 1594 per Platon Fadulfi contro Sifonisba Ranieri. Ettor Errico notario attuario.
Era costume in quest'anni d'estraere il magistrato per ogni due mesi che si principiò fin dall'anno ... incirca e si estraeva giorni diece avanti cioè nel giorno 20 e quest'uso principiò da sessanta anni in dietro in circa. Li camerlenghi che tenevano in mano la cassa publica, dove per il passato erano cittadini o banderari, per lo più hora si vede esser stati forastieri, eletti però dalla comunità et in tempo del cancelliere Stefanucci furono Marco Fabrio da Trevi, Cecco Petrucci d'Amelia et Ottavio Clementino pure amerino. Li proventi de maleficii furono sempre per il passato della città, la quale, per mezzo della Cernita, aggratiava del quarto, cioè della quarta parte della pena in cui era incorso quel tale che porgeva supplica, di modo che in ogni Cernita o Credenza si leggevano 4, 6, 8 o più suppliche di quei tali che, per risse, ferite, latrocinii, resistenze alla corte, dilationi d'armi e simili essendo processati dal governatore, domandavano d'essere aggratiati del quarto della pena in cui erano incorsi e per lo più non se gli negava, il che dimostrava il ius della comunità d'esser padrona delle pene e delle confiscationi. Ma nel giorno 9 Maggio 1562, a carte 43, si riferisce nel Conseglio di Credenza che è venuto un commissario apostolico ad intimarci esser levati alla nostra comunità li proventi delli malefici et ad altre cose, si come in la sua commissione, e perciò messer Ridolfo Riccardi disse che, levati che siano questi proventi alla città, non rimane modo da provedere e sovvenire alle sue necessità e'l governatore, non havendo tal provisione del quarto de malefici, non potrà nell'ufficio suo stare. Perciò si facci ogni sforzo di ricorso etc.