carta 161 recto
a.1481
c.161 r pag. 315

Capitoli de' banderarii

Roccani

1482

Banderarii

Cives

Roccani

Zaffini

che li priori non possino mandare a partito alcun detto de'consultori senza licenza de' banderari, come di presente si osserva; che, nell'elettione loro, ogni uno che verrà nominato debba andar a partito tra li priori et essi banderari e debba esser vinto per li due terzi; che debbano tutti giurare in mano del governatore o podestà o priori; che debbano tenere appresso di loro due delli tre sigilli della città, cioè uno li banderari del Capo di sopra e l'altro quelli del Capo di sotto; che possano, in ogni caso di rumore, convocare e condur seco venti huomini armati e con essi andare al palazzo del governatore o del podestà o delli priori per andar poi dove sarà il bisogno e dove sarà loro comandato, sotto pena contrafacendo di 50 ducati, e che ogni popolare o abitante che sarà da loro chiamato debba andar sotto pena di due ducati e che debbano consegnare nelle forze della corte ogn'uno che tenti perturbar la quiete della patria etc.
Si risolve che resti eletto per podestà messer Francesco Bruno da San Severino. 221
Presentandosi che doveva venir il novo governatore l'arcivescovo di San Severino , li Reatini fecero sapere che voleano spedir oratori a Roma per veder di raccomandar il presente governatore perché rimanesse, desiderando in ciò di unirsi con noi, ma Tristano De Castello consegliò a rispondere alli Reatini che mandassero pur li loro, che noi li nostri ambasciatori gl'havevamo già in Roma. 224
Li Roccani fanno per loro alcuni statuti e gli vengon confermati.227
Furono al governatore per suoi benemeriti donati 30 ducati.
237
Il sindico dà a piggione a varii Roccani circa 20 case del Comune poste dento il castello della Rocca di San Zenone tra le quali vi è una che era di Giovanni di Martale di Acquapalombo.240
Breve in personam ser Mattei Fabiani de Catanzaro eligendi cancellarii civitatis Interamnae. 242
X Ianuarii Oddo d'Arrone, nostro oratore in Roma, scrive che ha data in scriptis in Camera Apostolica un'accusa infamatoria contro i cittadini eletti alla nova Cernita et il governatore e contro i novi e vecchi banderari et altri cittadini particolari, onde, per rincontrar questa verità, fu spedito in Roma ser Bartolomeo Rosanova per saper il vero e discolpar il governatore e cittadini. 243
In vigor del suddetto breve fu eletto nel Conseglio per cancelliere ser Matteo de Catanzaro. 244
Il governatore non vuole che si mandino a partito le cinque suppliche di Colantonio Berettini, Alesandro Filippetti, Tristano di Iannotto, Persanto d'Andrellone e Mariolo di Mariano d'Appecano perché sono contra la comunità e contro la riputazion sua. 245
Et ego Carissimus notarius etc. 246 Finisce il dì 13 Gennaro, seguitano le bollette e poi la tavola del libro.